Ascoltare con atteggiamento riflessivo. Mentre l’interlocutore si esprime, è importante non formulare risposte nella propria testa. Riuscire ad ascoltare con un approccio aperto, assicurandosi di aver compreso bene, chiedendo chiarimenti – fare domande su ciò che non si è capito dimostra attenzione per il punto di vista dell’altro – e se necessario riassumendo il contenuto di quanto detto, è fondamentale per una buona comunicazione.
Essere spiritosi ma con rispetto, quando è opportuno farlo. L’ironia può alleggerire una situazione ed è un modo gradevole di restare sintonizzati coi pensieri e le emozioni dell’altro.
Descrivere il contesto emotivo o concreto. Spiegare le ragioni per cui si desidera qualcosa o per cui si è in disaccordo aiuta l’altra persona a non sentirsi ferita. In alcuni casi è importante motivare l’impossibilità di prestare ascolto in uno specifico momento, sottolineando però che sarà obiettivo primario trovare un altro contesto in cui potersi confrontare.
Essere chiari e specifici. Le affermazioni vaghe portano spesso a incomprensioni. Usare frasi che esprimano esplicitamente un bisogno, un desiderio, un’intenzione o una diversità di vedute che riconosce però la legittimità del punto di vista altrui permette di comunicare efficacemente. Al contrario, non chiarire cosa si vuole e di cosa si ha bisogno impedisce all’altro di regolarsi in maniera corretta e precisa nello scambio dialettico ed emotivo.
Chiedere pareri e feedback ascoltando con attenzione la risposta dell’altro. E’ opportuno accertarsi se le proprie affermazioni siano state chiare e comprensibili, e se il proprio punto di vista abbia un senso per l’interlocutore. E’ bene poi chiedere un parere, un rimando, perché questo dimostra interesse per le opinioni e i bisogni dell’altra persona trasformando una semplice richiesta in uno scambio.
Mostrare padronanza del proprio messaggio. Per riuscirci è necessario parlare in prima persona anzichè utilizzare il “tu” o il “voi”. Impossessarsi delle proprie affermazioni significa assumersene la responsabilità senza rimproverare gli altri. La differenza tra “non sono d’accordo con te” e “ti sbagli” è la differenza tra una comunicazione assertiva, rispettosa, riferita al contesto specifico ed un altro genere di comunicazione che non possiede tali caratteristiche.
Cercare il contatto visivo. Guardando negli occhi l’interlocutore, senza fissarlo bensì con un approccio tranquillo, si ottiene molto più facilmente il suo ascolto.
Usare il linguaggio del corpo, voltarsi verso l’interlocutore in modo da stargli di fronte, mantenere una postura eretta sia in piedi sia da seduti. Un linguaggio del corpo scomposto o aggressivo comunica disattenzione, sfiducia e ostilità.
Conservare una coerenza comunicativa. Il viso e il corpo devono esprimere un messaggio in linea con ciò che si sta dicendo. Sorridere quando si è arrabbiati o mostrarsi impauriti mentre si cerca di rivendicare i propri diritti sono atteggiamenti non assertivi.
Usare un tono di voce normale, parlare con la propria voce abituale: non troppo alta, misurata ma ferma, senza timidezza né riducendo il volume. Le tre caratteristiche della voce, tono inflessione e volume, possono essere monitorate con consapevolezza e modulate a seconda delle necessità.
Scegliere il momento giusto. Il modo migliore di comunicare è farlo subito, non appena si verifica la situazione che lo richiede. In alcuni casi però si ha bisogno di riflettere per non rispondere impulsivamente, perciò è bene chiedere tempo. L’assertività si fonda sulla capacità di focalizzarsi sui propri sentimenti nell’istante in cui vengono percepiti, tuttavia questo non sempre è possibile e diventa allora necessario scegliere con accuratezza un momento successivo in cui riprendere la discussione, in modo da non evitarla. E’ segno poi di buona cura per l’altro condividere in seguito le proprie sensazioni sull’accaduto.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una psicoterapia può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, chiamando il numero 340/1874411 o scrivendo all’indirizzo email info@psicoterapiaemilano.it, e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.