Caratteristiche principali del panico
Il panico e’ una delle motivazioni più frequenti per le quali viene intrapresa una psicoterapia. Sentirsi sopraffatti da un malessere che rende faticoso il respiro, percepire un battito cardiaco molto rapido e avvertire altri sintomi fisici come sudorazione intensa, improvvisa scomparsa della salivazione normale e tremori incontrollabili, e’ un’esperienza che scuote e fa sorgere numerose domande. Durante un attacco di panico si può sperimentare la paura di impazzire o di morire e risulta difficile trovare una soluzione immediata: le persone decidono così di iniziare un percorso di cura che possa consentire loro di uscire da quella condizione.
Terapia del panico
La terapia cognitivo-comportamentale si focalizza sulla paura della paura, lavorando per modificare la convinzione del paziente secondo cui il fatto che si sia verificato un attacco di panico e’ indice di un’elevata possibilità che accada di nuovo. Da questo timore nasce la conseguenza più invalidante: per proteggersi dall’insorgenza di un’altra crisi, ritenuta probabile, il soggetto comincia ad evitare tutte le situazioni e i luoghi che immagina rischiosi. Diventa difficile o addirittura impossibile prendere la metropolitana e l’ascensore, frequentare luoghi affollati, entrare al cinema e in generale fermarsi in ambienti chiusi, guidare e compiere tutte quelle azioni che potrebbero essere compromesse dal panico. Ne deriva un impoverimento della vita sociale e un costante evitamento dei contesti relazionali; il soggetto che ha sperimentato uno o più attacchi di panico teme che gli altri lo possano giudicare qualora sopraggiunga una crisi davanti a loro, e organizza la propria vita facendo in modo che non si presentino mai situazioni dalle quali ritiene impossibile sottrarsi in caso di malessere. E’ ciò che viene inteso col termine ‘agorafobia‘, che si riferisce alla paura di trovarsi in contesti dove non esista una via di fuga per mettersi in salvo alla comparsa del panico.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale ricostruisce le ragioni che hanno portato all’insorgenza della prima crisi e mette in luce la valutazione soggettiva del paziente, il quale percependo dei segnali di attivazione corporea – ad esempio il fastidio per il caldo intenso di una giornata estiva oppure una difficoltà digestiva – li attribuisce ad uno stato emotivo di angoscia; non riuscendo a spiegarsi la causa di quell’ansia così forte e temendo che possa aumentare, il soggetto genera autonomamente un incremento dei segnali di attivazione corporea, che a loro volta rinforzano l’emozione di ansia. Al termine della crisi, quando l’ansia fisiologicamente si esaurisce, rimane lo sconcerto di quanto accaduto e la paura che possa ripetersi; il circolo vizioso così generato e’ successivamente responsabile delle conseguenze emotive, sociali e relazionali che abbiamo descritto in precedenza.
Su cosa si concentra la terapia del panico?
Come accade per la cura dell’ansia generalizzata, la terapia cognitivo-comportamentale del panico si concentra sulla ridefinizione di alcuni significati: la probabilità di sperimentare un attacco di panico e’ molto più bassa di quanto temiamo, e si tratta in ogni caso di un fenomeno che non ha nulla a che vedere con reali disturbi respiratori o cardiaci come invece il soggetto tende a ipotizzare; la possibilità di fronteggiare un segnale di attivazione corporea e’ una risorsa che il paziente possiede, e allo stesso modo egli può chiedere aiuto in caso di bisogno senza il timore di essere mal giudicato. Le reazioni del corpo riflettono un funzionamento normale e si amplificano nella misura in cui ci concentriamo su di esse; se prestiamo particolare attenzione al battito cardiaco ci sembrerà di avvertire qualche irregolarità, prodotta invece dall’apprensione con cui la ricerchiamo o addirittura assente.
L’elemento centrale resta comunque la corretta interpretazione dell’emozione ansiosa: provare ansia, anche quando ci viene comunicata dal nostro corpo – chi non ha mai sentito un po’ di emozione prima di un appuntamento importante? – e’ un’esperienza comune, accettabile e gestibile; le situazioni che ci appaiono incerte e difficili da controllare possono essere affrontate con la consapevolezza di poter trattare anche gli aspetti che non riusciamo a inquadrare in uno schema conosciuto.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una terapia del panico può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.
Dott. Gianluca Frazzoni
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