La relazione fra due esseri umani è regolata da reciproche aspettative e previsioni. Ciascuno di noi, quando interagisce con un altro individuo della propria specie, elabora un insieme di rappresentazioni che riguardano il modo in cui verrà trattato, le reazioni dell’altro, l’esito di quell’interazione. Il nostro sistema razionale, composto dai contenuti del pensiero e delle altre funzioni cognitive, ha bisogno di ridurre il livello di imprevedibilità dei diversi contesti e delle diverse situazioni. Ha bisogno di immaginare cosa potrà accadere nel contatto con un altro sistema umano, necessita di prevedere lo sviluppo di un evento o di una catena di eventi così da poter preparare una o più risposte utili a fronteggiarli.

Le relazioni umane sono eventi complessi. I membri della specie umana costruiscono, a partire dalle loro prime relazioni significative, un sistema di credenze e percezioni con cui sentono di poter decodificare efficacemente lo svolgimento delle interazioni successive.

Se la qualità delle prime relazioni è buona – parliamo solitamente di mamma e papà – il bambino acquisisce fiducia nella possibilità di ricevere amore in maniera spontanea e calda, si sente degno di un pieno riconoscimento affettivo e utilizza questa fondamentale risorsa emotiva per esplorare con fiducia il mondo, per muoversi con sicurezza nei contesti relazionali in cui si troverà a vivere le proprie esperienze.

Se invece la qualità affettiva della relazione tra il bambino e le sue figure di accudimento non è buona, cioè viene caratterizzata da trascuratezza, disattenzione, incapacità del genitore di gestire in maniera autonoma le proprie emozioni negative per sintonizzarsi con le emozioni e i bisogni del bambino, oppure nei casi più gravi da un’aperta ostilità che si manifesta con atteggiamenti aggressivi o violenti, il bambino impara che non può aspettarsi affetto e protezione da parte dell’adulto quando ne avverte la necessità o quando semplicemente prova il desiderio di riceverli. Non sentirsi amato gli fa credere di non essere amabile, e questa convinzione di base condizionerà negativamente le sue esperienze successive.

In altri casi il bambino impara che può ricevere la vicinanza emotiva del genitore a patto di soddisfare le sue aspettative, i suoi bisogni. Non è più un amore gratuito, come ogni forma consapevole di amore dovrebbe essere, bensì un amore vincolato che si può ottenere solo accantonando la propria autenticità e diventando ciò che il genitore chiede. I bambini che sviluppano un impegno scolastico esasperato, coloro che investono ogni energia in un’attività sportiva o artistica gradita al genitore, sono un esempio di questa dinamica.

La terapia cognitivo-comportamentale approfondisce questi schemi per dare risposta alle domande più importanti:

  • Quali emozioni si attivano nel paziente quando egli si relaziona con gli altri?
  • Quali pensieri, percezioni o immagini lo attraversano?
  • Cosa si aspetta di ricevere e cosa si sente in grado di trasmettere agli altri?

Il passo successivo consiste nel modificare gli schemi che provocano sofferenza, in un cammino verso la conoscenza di sé e il superamento del disagio.

Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una psicoterapia può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale con se a Milano, chiamando il numero 3401874411 o scrivendo all’indirizzo email info@psicoterapiaemilano.it, e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.

 

 

 

 

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