L’ansia è il prodotto di quattro fattori:
- probabilità stimata dell’evento temuto;
- gravità percepita dell’evento;
- possibilità di fronteggiare la minaccia;
- capacità di tollerarla.
La quota d’ansia che l’individuo sperimenta è direttamente proporzionale ai primi due fattori: più la situazione temuta viene considerata probabile e più il suo eventuale verificarsi appare grave, maggiore è l’ansia; al contrario, l’emozione negativa è inversamente proporzionale alle risorse che il soggetto percepisce di avere, poiché la consapevolezza di poter rimediare all’evento indesiderato e/o la convinzione di essere in grado di tollerarne le conseguenze rappresentano strumenti di gestione positiva del disagio.
Spesso in terapia i quattro fattori non vengono affrontati allo stesso modo; alcune condizioni sono infatti oggettive e non possono essere modificate, come accade quando un lutto grave priva il soggetto della possibilità di rimediare e di valutare diversamente l’impatto emotivo dell’accaduto, né può essere considerato poco probabile essendosi già verificato.
In questo caso si lavora sulle risorse che consentono di sopportare la sofferenza, sulla capacità di riorganizzare la propria vita utilizzando un progetto funzionale; ci sono però altre situazioni in cui la valutazione dei quattro fattori dell’ansia è più soggettiva:
- è davvero così probabile che il giudizio degli altri sia pesantemente negativo?
- se qualcuno non mi giudica bene, questo è davvero così grave per la mia vita?
- e sono veramente incapace di tollerare il pensiero di non piacere a tutti?
- oppure: se ho litigato col mio compagno, questo rappresenta un evento irreparabile?
La psicoterapia interviene per ristrutturare l’assetto cognitivo del paziente, aiutandolo a prendere una distanza critica dalle credenze che alimentano il suo malessere; i disturbi d’ansia si accompagnano sempre a pensieri che li rinforzano e che costituiscono non tanto la descrizione oggettiva della realtà quanto il modo in cui il soggetto la percepisce.
Possiamo quindi identificare un margine entro il quale tali convinzioni si prestano ad essere rielaborate: spesso l’evento di cui abbiamo paura è molto meno probabile di quanto immaginiamo (un esempio, gli incidenti aerei), oppure meno rilevante (“se gli altri mi vedono in ansia, non è così grave”), mentre l’efficacia degli strumenti che abbiamo a disposizione per gestire l’ansia dipende in buona parte dal riconoscimento di strategie utili – affrontare gradualmente le situazioni anziché evitarle – e dall’impegno ad accettare le difficoltà (se provo tristezza non devo impormi di reprimerla ma provare ad attraversarla).
La terapia cognitivo-comportamentale è la ricerca e la costruzione di soluzioni alternative. Nei pensieri, nelle emozioni, nelle azioni concrete.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni su questa tematica per intraprendere una terapia dell’ansia può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.