PSICOTERAPIA E SCOPI PERSONALI
La sofferenza psicologica è spesso causata dal tentativo di perseguire uno o più scopi che si rivelano dannosi per l’equilibrio emotivo della persona. Tali scopi possono essere espliciti e di natura affettiva, sociale, relazionale, oppure mascherarsi dietro azioni concrete che vengono messe in atto nell’esperienza quotidiana. Esempi di scopi personali sono il tentativo di tenere in piedi una relazione negativa o addirittura maltrattante, il bisogno di fare carriera ad ogni costo e di ottenere sistematicamente lo sguardo ammirato degli altri, oppure ancora di soddisfare le aspettative dei genitori per ottenere da loro un riconoscimento affettivo o di portare avanti un progetto professionale sul quale è stato fatto un investimento emotivo importante.
Gli scopi possibili sono naturalmente infiniti e ognuno di essi rispecchia una storia personale, un percorso di pensieri ed emozioni attraverso il quale il soggetto è arrivato a considerare così importante l’ottenimento di quel risultato. A volte gli scopi sono di natura morale, esistenziale: è il caso di quei princìpi di comportamento che vengono sostenuti a prescindere dal vissuto reale sul quale vengono applicati, allo scopo di salvaguardare la percezione che la persona nutre in merito alla propria integrità, al proprio altruismo o al rigore etico che contraddistingue le sue condotte. Spesso gli scopi personali rappresentano un riflesso o la continuazione diretta degli scopi che il soggetto ha visto perseguire nel contesto familiare in cui è cresciuto; si tratta quindi di modelli educativi che sottolineano la centralità di alcuni aspetti dell’evoluzione personale o di alcuni obiettivi in luogo di altri, influenzando in questo modo la percezione che i membri della famiglia sviluppano in merito a ciò che va considerato utile o addirittura indispensabile e a ciò che invece può essere trascurato.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale evidenzia che:
- alcuni scopi sono palesemente nocivi per l’equilibrio emotivo dell’individuo e vanno quindi abbandonati;
- altri scopi non sono nocivi ma rigidi, perciò non vanno abbandonati bensì resi più flessibili.
L’aspetto della flessibilità è fondamentale e spesso si lega all’identità. Immaginiamo una persona che persegua lo scopo di una carriera professionale o imprenditoriale brillante, prestigiosa. Non si tratta di uno scopo negativo, poiché l’ambizione di esprimere buone capacità nel proprio lavoro e di veder riconosciuti i propri meriti fa parte dei legittimi desideri umani, come pure la ricerca di un tenore di vita più soddisfacente dal punto di vista economico; ciò che può rendere disfunzionale questo scopo è il bisogno spasmodico di raggiungerlo per dimostrare ad ogni costo la propria eccellenza. Se l’obiettivo non è seguire le proprie inclinazioni all’interno di un’identità stabile – “vado bene anche se non sono il numero uno” – ma sostenere un’autostima pericolante ponendosi standard sempre più alti, scopi sempre più irrealistici, condotte sempre più spregiudicate al fine di evitare un esito negativo e la conseguente sensazione di aver fallito, l’equilibrio psicologico viene minato.
Diventa impossibile accettare i propri limiti, scoprire risorse nuove per affrontare i problemi, utilizzare strategie più flessibili per ottenere i risultati che si sono mancati fino a quel momento. Uno scopo rigido non prevede emozioni positive ma soluzioni da dentro o fuori, non contiene la prospettiva tollerabile di un insuccesso parziale ma solo lo scenario angosciante di un fallimento totale. La psicoterapia cognitivo-comportamentale invita il paziente a porsi alcune domande e ad agire progressivamente per trovare delle risposte:
- come posso rendere più flessibili i miei scopi?
- esistono forse scopi che è meglio abbandonare?
- posso sentirmi una persona valida anche modificando o abbandonando il mio scopo?
- quali scopi nuovi si possono aprire se lascio gli scopi attuali?
Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una psicoterapia può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, chiamando il numero 340/1874411 o scrivendo all’indirizzo email info@psicoterapiaemilano.it, e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.