Relazione Terapeuta-Paziente
In tutte le relazioni umane ci sentiamo gratificati se il nostro interlocutore si mostra interessato ai nostri stati d’animo, alle parole che gli rivolgiamo: la psicoterapia e’ soprattutto attenzione verso il paziente.
La relazione terapeutica, una relazione umana
La psicoterapia e’ un processo di cura che si sviluppa attraverso la relazione fra terapeuta e paziente. Come tutte le relazioni umane, anche la relazione terapeutica trae forza dalla fiducia, dalla disponibilità a collaborare per risolvere un problema e dal rispetto delle regole da parte di entrambi i soggetti coinvolti.
La terapia e’ un contesto protetto nel quale vengono sospesi i giudizi morali, le considerazioni sul valore personale, le valutazioni su quanto siano socialmente accettabili i comportamenti delle persone. La sofferenza del paziente, le sue problematiche, i suoi progetti di vita sono al centro del lavoro terapeutico; nel corso delle sedute non vi e’ alcuna censura riguardo agli argomenti che si possono affrontare né sulle modalità espressive che il paziente vuole utilizzare per esporli.
Il terapeuta si sintonizza col linguaggio del paziente e condivide empaticamente le sue emozioni, mettendo a disposizione la propria competenza per impostare un percorso che generi un cambiamento degli stati emotivi e dei processi mentali responsabili della sofferenza.
Relazione terapeutica e psicoterapia cognitivo-comportamentale
La psicoterapia cognitivo-comportamentale adotta un approccio collaborativo nella relazione terapeuta-paziente; il soggetto che intraprende una terapia non viene educato o istruito dal terapeuta sulle strategie necessarie a risolvere un problema, ma inizia un lavoro che stimola le sue risorse affinché sia possibile raggiungere un diverso equilibrio psicologico; il paziente non e‘ passivo durante la terapia, non si limita a raccontare gli eventi della propria vita per poi ricevere dal terapeuta un’interpretazione frutto della competenza tecnica.
La terapia cognitivo-comportamentale afferma che il paziente e’ il massimo conoscitore della propria esperienza problematica, mentre il terapeuta conosce i meccanismi che provocano quel vissuto e lo mantengono inalterato nel tempo, nonché le caratteristiche delle emozioni, della comunicazione e delle relazioni familiari significative, ma il suo sapere dev’essere posto in relazione con l’esperienza peculiare del singolo paziente e con le modalità con cui essa viene narrata.
Confronto e possibili soluzioni
La terapia diventa quindi un confronto tra la visione di sé e del mondo che il soggetto espone in seduta e il contributo del terapeuta, il cui lavoro ha l’obiettivo di individuare gli aspetti problematici per poi discutere col paziente in merito alle possibili soluzioni.
Il terapeuta approfondisce i temi legati alle aree di sofferenza del soggetto e avvalendosi di una prospettiva esterna, che non viene condizionata dalle componenti emotive più disturbanti, lo aiuta a riconoscere il legame tra fattori che in precedenza sembravano indipendenti. La posizione del terapeuta, in grado di accogliere e condividere le emozioni del paziente senza esserne però travolto o ferito, e’ l’elemento più protettivo della terapia.
La relazione terapeutica per una buona terapia
Il buon esito di un percorso terapeutico e’ in parte legato alla qualità della relazione terapeuta-paziente; se il paziente si fida del terapeuta, se si sente accolto e percepisce lo spazio fisico ed emotivo della seduta come un contesto sicuro dover poter esprimere anche i contenuti più delicati della propria sofferenza, le possibilità di un’evoluzione positiva crescono in misura rilevante.
Il terapeuta non forza il paziente ad aprirsi, rispetta i suoi tempi e le sue esigenze conservando sempre un atteggiamento non giudicante; la terapia non e’ un luogo dove il paziente deve diventare una persona migliore, in terapia non esistono le categorie “sano” e “malato”, “normale” e “anormale”. Il terapeuta non stabilisce cosa e’ giusto e cosa e’ sbagliato ma semplicemente si occupa della problematica del paziente aiutandolo ad attivare le risorse personali che possono generare un cambiamento.
La fiducia del paziente
In questo senso la fiducia del paziente nei confronti del terapeuta e’ fondamentale per imprimere una direzione positiva al lavoro che si effetta in seduta: la gestione del malessere psicologico e la sua risoluzione passano attraverso il riconoscimento del valore della terapia, intesa non come apprendimento passivo ma come opportunità di svolgere una riflessione libera su di sé.