La ricerca psicologica mostra che le persone che sviluppano pensieri ossessivi tendono a sovrastimare il peso della propria responsabilità negli eventi. Ciò è evidente per quelle idee che si focalizzano direttamente sulla possibilità di aver fatto del male a qualcuno, ad esempio investendolo con l’auto, ma emerge anche nello stile di pensiero generale che caratterizza questi pazienti. Approfondendo il loro modo di interpretare la realtà e le relazioni, nonché l’approccio che utilizzano nel giudicare se stesse, appare chiaro che queste persone si sentono costantemente responsabili di non essere state all’altezza delle situazioni, di aver provocato un danno all’altro, di aver causato col proprio comportamento la rovina di chi vive accanto a loro. Tali convinzioni sono irrazionali e determinano un profondo senso di colpa che spesso viene gestito ricorrendo alle compulsioni, rituali messi in atto per neutralizzare le conseguenze negative dei pensieri o delle azioni; anche ciò che viene semplicemente immaginato, infatti, viene associato al possibile verificarsi dell’evento temuto.
“Se l’ho immaginato, può accadere”: la fantasia che succeda qualcosa di grave a una persona cara, o che il paziente stesso possa essere l’autore di un gesto violento, non viene trattata come un contenuto di pensiero, che come tale non ha alcuna possibilità di tradursi in qualcosa di reale se non viene accompagnato dall’intenzione cosciente di passare all’azione, bensì diventa l’origine di un rimuginio sempre più intenso, in cui la paura viene alimentata dal pensiero e a sua volta lo alimenta. Il circolo vizioso richiede poi l’utilizzo di formule verbali, pensieri scaramantici, gesti propiziatori che possano scongiurare il pericolo, ma ricorrendo a queste strategie di controllo il paziente rinforza la convinzione di essere effettivamente alle prese con una colpa grave da cui è impossibile liberarsi. Analizzando la storia di vita di queste persone ci si accorge che spesso sono state criticate, rimproverate o fortemente controllate, attraverso modelli educativi rigidi e l’applicazione di schemi di comportamento che non ammettono deviazioni rispetto ai princìpi considerati oggettivamente giusti.
Siamo davvero responsabili di tutto ciò che accade intorno a noi? Siamo davvero colpevoli di tutto quello che non riusciamo a controllare? La terapia cognitiva rende flessibili le risposte a queste domande. E introduce delle fondamentali alternative di pensiero.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una terapia delle ossessioni può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.