Come si risponde al dubbio di essere omosessuale? La premessa, valida per ogni pensiero ossessivo e per ogni manifestazione del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), riguarda la natura dei pensieri ossessivi e il loro funzionamento; poiché il soggetto fa fatica a trattarli come fantasie e attribuisce loro un valore di verità, i comportamenti conseguenti saranno finalizzati a trovare prove e indizi a favore o a disconferma dell’ipotesi che in quel momento viene pensata. Nel caso dell’ossessione di essere omosessuale l’attenzione si concentrerà sulla reazione a stimoli di carattere sessuale connessi all’omosessualità. Il soggetto può iniziare a guardare video pornografici omosessuali, focalizzare lo sguardo su persone del proprio sesso monitorando quali sono le reazioni e le sensazioni che ne scaturiscono, o ancora mettersi alla prova stimolando il proprio corpo e accompagnando queste azioni con pensieri che hanno come oggetto un possibile partner omosessuale.

Cosa accade quando vengono messi in atto questi comportamenti? Il vecchio adagio che chi cerca trova viene sostanzialmente confermato; nel cercare stimoli sessuali che rimandino a esperienze omosessuali, o semplicemente mettendo al centro della propria attenzione immagini e pensieri legati all’omosessualità, il soggetto percepisce un’attivazione fisica che scambia per eccitazione sessuale. Questo avviene per un principio molto semplice che regola il funzionamento del nostro corpo: quando la nostra attenzione si restringe su uno stimolo di qualunque genere la sensibilità del nostro corpo in relazione a quello stimolo aumenta. Un esempio classico è l’attenzione focalizzata sul battito cardiaco, che ne provoca un incremento. Nel caso di stimoli sessuali anche diversi da quelli che solitamente producono in noi una risposta di eccitazione, l’attivazione fisica è percepibile sotto forma di tensione, ansia, paura di sentirsi eccitati, difficoltà a distogliere l’attenzione. Il soggetto che ha il pensiero ossessivo di essere omosessuale utilizza uno stile ossessivo nella ricerca di prove che possano eliminare il suo dubbio e quindi rassicurarlo, ma è proprio l’ansia della ricerca e della verifica a produrre l’effetto opposto: l’attivazione fisica percepita in questa affannosa ricerca di prove viene scambiata per eccitazione sessuale, col conseguente incremento dell’ansia e dei pensieri ossessivi a essa collegati. Si tratta di un circolo vizioso. Se guardiamo un video pornografico omosessuale, vediamo corpi nudi impegnati in un atto sessuale; questo non può essere uno stimolo neutro, poiché il nostro corpo modifica automaticamente le proprie percezioni avendo riconosciuto la presenza di uno stimolo sessuale. Il fatto che quello stimolo non corrisponda in realtà agli stimoli che normalmente eccitano una persona eterosessuale diventa, nella logica del pensiero ossessivo, un fatto secondario. Il soggetto che ha il pensiero ossessivo di essere omosessuale si aspetta, infatti, che la ricerca di prove e verifiche si concluda nel modo più rassicurante possibile, ossia con una totale indifferenza agli stimoli sessuali di carattere omosessuale, il che è impossibile. Nessuno di noi riesce a gestire un’emozione di ansia senza avvertire risposte fisiologiche dal proprio corpo, ad esempio un incremento del battito cardiaco o del calore percepito, e poiché la ricerca ossessiva di prove che possano eliminare le ossessioni è una ricerca ansiosa, il corpo risponderà come risponde normalmente all’ansia. Se a questo aggiungiamo che uno stimolo sessuale di qualunque natura anche quando non ci eccita genera ugualmente una sorta di agitazione perché non è uno stimolo neutro, la paura ossessiva rischia di uscire rinforzata. La psicoterapia cognitivo-comportamentale affronta questi meccanismi aiutando il paziente a capire come funziona il suo corpo e come funziona l’ansia, spesso attraverso il corpo. Da queste base si inizia un lavoro che mette in luce i processi di pensiero disfunzionali e svela come non occorra cercare prove per eliminare le ossessioni ma sia in realtà sufficienti trattarle come fantasie ansiose.

Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una psicoterapia del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni psicologo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, chiamando il numero 340/1874411 o scrivendo all’indirizzo email info@psicoterapiaemilano.it, e fissare un primo consulto gratuito.

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