I tre elementi fondamentali su cui lavora la psicoterapia cognitivo-comportamentale, pensieri emozioni e comportamenti, vengono costantemente integrati con un quarto, la rappresentazione che il soggetto ha di se stesso. Tutti ci poniamo, spesso in maniera inconsapevole, alcune domande:
- cosa penso di me?
- come vorrei essere?
- cosa vorrei cambiare?
La rappresentazione di sé è quel sistema di convinzioni, aspettative, valori che il soggetto costruisce nel corso del tempo in relazione alla propria persona. Il modello educativo ricevuto, l’identificazione con i genitori o con altre figure del proprio ambiente, le influenze del contesto sociale concorrono a formare un insieme di schemi che l’individuo utilizza per dare un senso alle esperienze della sua vita. Sono idee e pensieri su come ci si debba comportare, valori religiosi, etici o politici, convinzioni sul mondo e sugli altri. Ad un livello più intimo, più personale, troviamo abitudini e modi di essere che riguardano la gestione delle emozioni, gli atteggiamenti nelle relazioni, l’immagine che si desidera avere agli occhi degli altri. Tutti i pensieri, le emozioni, i comportamenti vengono messi a confronto con la rappresentazione di sé.
- Sto pensando una cosa coerente col mio carattere e i miei valori?
- E’ giusto che io mi senta in questo modo?
- Le azioni che compio rispecchiano il mio modo di essere?
- Oppure sto deludendo le persone intorno a me?
La rappresentazione di sé è spesso condizionata da influenze familiari e ambientali: una persona cresciuta in un contesto molto religioso ad esempio, è consapevole che allontanarsi dai valori fino a quel momento condivisi con le figure più significative della sua vita – un caso su tutti, decidere di divorziare – potrebbe provocare delusione e sconcerto; allo stesso modo crescere imparando che le emozioni spiacevoli vanno ignorate o temute poiché esprimerle è destabilizzante per l’equilibrio familiare, induce ad affrontare le esperienze della vita adulta evitando il contatto con stati emotivi complessi e cercando di controllare le proprie reazioni. La psicoterapia cognitivo-comportamentale esplora il rapporto fra due dimensioni:
- l’attualità dell’esperienza, ciò che il soggetto vive nel qui ed ora;
- l’immagine di sé, che funziona come una sovrastruttura.
L’influenza è reciproca: l’esperienza presente condiziona l’immagine di sé, che a sua volta modifica l’interpretazione dell’esperienza. Esistono emozioni, pensieri e comportamenti che l’individuo ritiene accettabili in quanto coerenti con l’identità, mentre in altri casi i contenuti della vita psichica vengono respinti o giudicati negativamente perché si pongono in conflitto con i valori e le certezze più importanti. La psicoterapia cognitivo-comportamentale si impegna in un costante lavoro di integrazione fra questi due livelli, aiutando il paziente a mettere in discussione i capisaldi del funzionamento psicologico e ad esplorare conoscenze alternative su di sé.
Non è raro infatti scoprire che ciò che vorremmo essere non corrisponde a ciò che siamo e soprattutto non costituisce uno scenario di effettivo progresso individuale. La rappresentazione di sé può essere arricchita con elementi nuovi, categorie più flessibili, scoperte utili e interessanti su come si possono gestire le emozioni e le relazioni; una buona psicoterapia cognitivo-comportamentale si pone questo obiettivo accompagnando il paziente in un cammino che è anche di accettazione di sé. L’integrazione tra il passato e il presente, tra le conoscenze già acquisite e quelle che si vengono via via formando, è possibile solo se il cambiamento di alcuni aspetti si unisce all’accettazione di altri per creare un senso d’identità stabile ed efficace.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una psicoterapia può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, chiamando il numero 3401874411 o scrivendo all’indirizzo email info@psicoterapiaemilano.it, e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.