Nei pensieri di molte persone che hanno avuto esperienza di uno o più attacchi di panico, il pericolo principale è che i sintomi si ripresentino. Questo processo mentale è definito paura della paura e si caratterizza per un’ansia anticipatoria che il soggetto avverte quando sta per affrontare una situazione temuta o quando semplicemente immagina il contesto in cui si è verificato l’attacco di panico; la convinzione di fondo è che date le stesse condizioni oggettive – per esempio un viaggio in metropolitana – si riproducano anche le emozioni problematiche, la sensazione di perdere il controllo, i sintomi fisici.
La paura della paura nasce da molteplici fattori; in alcuni casi il paziente ha un’insufficiente conoscenza dei meccanismi di funzionamento del proprio corpo e si persuade che il battito cardiaco accelerato, la sudorazione intensa e le altre manifestazioni somatiche non siano un prodotto dell’ansia venendo invece causate da disturbi organici impossibili da comprendere e da prevedere; in altre situazioni l’idea più radicata è che l’ambiente esterno sia realmente pericoloso e costituisca una ragione oggettiva per preoccuparsi (“la metropolitana può davvero fermarsi in mezzo alla galleria, dal momento che qualche volta è capitato”). In questi processi mentali ritroviamo:
– una sovrastima della minaccia;
– credenze irrazionali sul panico (“può venire all’improvviso e senza motivo”);
– sottostima delle proprie capacità di fronteggiare l’ansia;
– credenze irrazionali sul legame tra eventi indipendenti (“se è già accaduto, può accadere di nuovo senza che io possa farci nulla”);
– scarsa consapevolezza dei pensieri che precedono l’ansia (ogni emozione è preceduta da un pensiero, un’immagine, una fantasia, e se non riusciamo a cogliere questi contenuti significa che sono diventati automatici, non che non esistono);
– pensieri disfunzionali sul corpo (“se sento un’attivazione fisiologica, questo mi condurrà certamente a stare male”).
La paura della paura è spesso l’emozione più intensa che si genera dopo aver sperimentato un attacco di panico, e non di rado è la causa degli episodi di panico successivi; la terapia cognitivo-comportamentale interviene sui circoli viziosi, mostrando al paziente come l’ansia venga provocata da pensieri disfunzionali e come tali pensieri siano modificabili.