Questo tipo di famiglia usa la rabbia come modalità per comunicare e per difendersi dalle emozioni negative collegate alla vulnerabilità.
Quando un membro della famiglia arrabbiata ha paura, prova tristezza o vergogna, si sente cioè debole, tende a non accettare questo stato e a rifuggirlo trasformandolo in un’emozione più energica, più attiva, la rabbia appunto.
Questo tipo di famiglia utilizza la rabbia per gestire le relazioni interpersonali proteggendosi dalla paura di venire feriti o giudicati, e attraverso la rabbia mantiene un elevato livello di attivazione fisica e psicologica, in modo da non percepire il senso di annichilimento che deriverebbe da emozioni come la paura, la tristezza, la vergogna, la colpa.
La responsabilità del malessere viene proiettata sull’altro, che diventa quindi il bersaglio da attaccare o da intimorire.
Così facendo, i membri della famiglia arrabbiata costruiscono un codice emotivo, un linguaggio di parole e comportamenti attraverso il quale si instaurano meccanismi competitivi o gerarchici. I rapporti interpersonali tendono a svolgersi con un copione che prevede un soggetto dominante e uno sottomesso, e la rabbia è lo strumento emotivo con cui vengono definiti i ruoli.