Iniziare una psicoterapia è una scelta che si fonda su un insieme di convinzioni e aspettative in merito ai contenuti della cura. Spesso la richiesta del paziente è di tipo medico, cioè presuppone che in presenza di un problema psicologico sia possibile adottare una strategia di intervento diretta. “Dottore, come si cura il panico? Cosa devo fare quando sono in ansia? E se non mi passa?”: i sintomi ansiosi sono quelli che il soggetto avverte con più intensità, quelli che vuole estinguere più rapidamente. La psicoterapia cognitivo-comportamentale sottolinea un concetto fondamentale: l’ansia viene alimentata dai nostri stessi pensieri e tanto più grande è lo sforzo che facciamo per scacciarla, tanto più forte essa ci appare. Il terapeuta non possiede una formula che fa scomparire all’istante i sintomi ansiosi, bensì rassicura il paziente sul fatto che l’emozione provata non ha nulla di realmente pericoloso per la sua salute; appena il soggetto si rende conto che l’ansia non lo distrugge, che esistono delle tecniche cognitive e comportamentali per affrontarla e che tali tecniche, una volta imparate nel corso della psicoterapia, possono essere utilizzate in tutti i contesti, il fantasma dell’ansia diventa molto meno minaccioso. Perciò alla domanda “cosa devo fare per non provare ansia?” la psicoterapia risponde parlando di ciò che NON bisogna fare: rimuginio, previsioni catastrofiche, ricerca del controllo assoluto, sovrastima delle sensazioni corporee, evitamento delle situazioni temute. Il terapeuta non fornisce una ricetta medica ma fa qualcosa che va più in profondità, comunica al paziente qual’è la vera natura dell’ansia e quale cammino bisogna intraprendere per superarla.