Un aspetto centrale della psicoterapia è il dolore: dobbiamo per forza attraversarlo se vogliamo rendere possibile il cambiamento? In alcuni casi sì. Spesso le persone che giungono in terapia sono spaventate dalla prospettiva di dover toccare nodi delicati della propria vita; il lavoro terapeutico è anche una rielaborazione di esperienze difficili, relazioni che hanno causato sofferenza, eventi il cui ricordo è ancora oggi spiacevole. Affrontare il dolore in terapia non è un passaggio obbligato, si può scegliere di percorrere altre strade ma bisogna chiedersi se un cambiamento è realmente tale quando esclude l’accettazione della sofferenza, la riformulazione di significati traumatici che diventano meno ingombranti quando siamo in grado di osservarli.
La psicoterapia è un contesto in cui scegliere cosa mostrare di sé e come mostrarlo, perciò ogni tema viene trattato solo quando il paziente si sente emotivamente pronto; se affrontare il dolore si rivela un male necessario il terapeuta sostiene il paziente e lo accompagna lungo il cammino. Nel descrivere i momenti di maggior sofferenza potremmo utilizzare l’immagine di una casa in fiamme, per uscire dalla quale è necessario il contatto col fuoco; oltre l’ostacolo rappresentato dalla paura di non farcela esiste uno scenario di vita alternativo in cui il soggetto può riuscire a convivere con le emozioni negative dando loro un significato meno assoluto: nell’esperienza umana c’è la sofferenza ma non come unico destino.
La psicoterapia aiuta ad ampliare la prospettiva su di sé e sul futuro rivisitando un passato che si vorrebbe diverso; se non è possibile cambiare gli eventi e le relazioni responsabili del dolore, si possono riscoprire le risorse personali che il dolore sembrava aver travolto. I rimpianti, le rivendicazioni, il desiderio malinconico di un esito migliore per le vicende già vissute vengono sostituiti da una maggiore attenzione al presente, da un impegno a rafforzare la propria struttura psicologica; in questo modo non si cancella il passato ma si modifica la condizione attuale, diventando più solidi nell’attraversare emozioni complesse e più capaci di orientarsi verso un progetto esistenziale futuro.
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