L’ansia non è pericolosa. Sebbene i sintomi dell’ansia e del panico possano essere percepiti come un rischio per la salute, trattandosi di manifestazioni somatiche intense che sembrano giungere all’improvviso, non vi è alcun rischio medico associato all’ansia. In altre parole la paura di subire un infarto o di impazzire è un effetto dell’attivazione fisica – se sento il mio cuore battere più velocemente, tendo a fare pensieri ansiosi – ma non corrisponde a un rischio reale.
L’ansia ha un inizio e una fine. O meglio, tutte le emozioni compresa l’ansia hanno un inizio e una fine. Un esperimento mentale interessante consiste nell’immaginare di vivere un’emozione positiva per un tempo lunghissimo: potremmo passare intere giornate o settimane sentendoci entusiasti, euforici, e avendo nel nostro corpo un’attivazione, una fibrillazione ininterrotta che ci riporta sempre a quell’emozione di felicità? Evidentemente questo non è possibile, non è reale, e chiunque di noi può accorgersene ripensando a un episodio della sua vita in cui si è sentito bene: il batticuore della gioia ha avuto un inizio e una fine piuttosto ravvicinati nel tempo, e in seguito l’emozione positiva può essere rimasta ma senza accompagnarsi ad un’attivazione fisica incontrollabile.L’ansia e il panico funzionano allo stesso modo: compaiono, hanno un picco di intensità e gradualmente si riducono fino ad estinguersi. Perché allora l’esperienza raccontata da molti pazienti è diversa? Perché a volte l’ansia e il panico sembrano non finire mai? La risposta risiede in un meccanismo psicologico: quando uno stato ansioso ci induce a fare pensieri preoccupati, questi ci portano a soffermarci sull’emozione ed essa si alimenta, si rinnova; in conseguenza di ciò la nostra mente andrà a recuperare altri ricordi, altre immagini associate alla situazione specifica o all’ansia in generale, e si produrrà un circolo vizioso. L’ansia a questo punto apparirà ininterrotta, ma in realtà una singola manifestazione emotiva ha sempre una durata limitata se non viene moltiplicata dalla nostra attività di pensiero.
L’ansia è un processo reversibile. Una convinzione comune è che nel momento in cui si presentano i primi pensieri ansiosi, uniti alla sensazione emotiva e ai segnali provenienti dal corpo, sia già in corso un attacco di panico. La psicoterapia cognitivo-comportamentale lavora su questa rappresentazione per mostrare al paziente che l’ansia funziona in modo diverso ed egli è in grado di gestirla. Se immaginiamo una scala da 1 a 10 per descrivere l’intensità di uno stato ansioso, possiamo osservare che i sintomi riportati dai pazienti iniziano con un pensiero, un’immagine, una sensazione corporea, e si sviluppano attraverso processi mentali – previsioni catastrofiche, ricordi del passato, convinzioni irrazionali, paura dell’incertezza – che incrementando l’attivazione fisica, quindi il battito cardiaco, la sudorazione delle mani, i tremori e le altre espressioni somatiche dell’ansia, fanno temere ai pazienti di non poter più fare nulla per intervenire su ciò che sta accadendo. La psicoterapia cognitivo-comportamentale mostra che ogni livello di intensità dell’emozione può essere identificato e trattato agendo sul processo: se una persona ha sperimentato un’ansia 9, poco alla volta sarà in grado di riconoscere i passaggi precedenti e di mettere in atto delle strategie di gestione dell’ansia che le permettano di fermarsi a livelli di attivazione più tollerabili; se dovesse ripresentarsi un’emozione che sale rapidamente fino a sembrare incontrollabile, anche in quel caso è possibile deviare il processo, fermarlo, perché l’ansia venendo alimentata da pensieri e rappresentazioni mentali può in qualunque momento essere trasformata in un’esperienza che il soggetto è in grado di affrontare.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una psicoterapia può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, chiamando il numero 340/1874411 o scrivendo all’indirizzo email info@psicoterapiaemilano.it, e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.