Una domanda frequente che viene posta da chi soffre o ha sofferto di attacchi di panico riguarda la possibilità che questi sintomi possano ripresentarsi anche a medio/lungo termine. La risposta non è facile, ma la cosa migliore da fare è analizzare la domanda.

Chiedersi “può tornare il panico?” significa considerarlo un evento indipendente dai propri processi mentali, dalla propria volontà. In questa rappresentazione, l’ansia e i suoi correlati somatici non sono dati da meccanismi interni di funzionamento, circoli viziosi, interpretazioni soggettive della realtà, e finiscono per apparire reazioni incontrollabili che si manifestano in presenza di una situazione potenzialmente difficoltosa. I pazienti sono estremamente preoccupati che il panico si ripresenti anche a distanza di tempo e collegano questa possibilità alla propria vulnerabilità; la terapia lavora sul fatto che tale vulnerabilità non è una condizione oggettiva bensì percepita, poiché in realtà non esistono fattori specifici e inevitabili per i quali l’ansia debba impadronirsi di un individuo privandolo di ogni possibilità alternativa.

E’ importante ricordare che ogni episodio di panico è indipendente da tutti gli altri: aver avuto anche molti episodi in un passato recente o remoto non significa in alcun modo essere esposti ad un rischio più elevato nel presente, dal momento che i circoli viziosi del panico – paura della paura, interpretazione disfunzionale dei propri stati fisici, pensiero catastrofico – sono processi mentali e come tali sottoposti alla coscienza soggettiva, all’intenzionalità che può deviare il loro corso. Imparare a riconoscere i meccanismi che innescano il panico, sviluppare pensieri alternativi sull’ambiente esterno – meno pericoloso di quanto immaginato – e sulla propria capacità di fronteggiare un’eventuale emozione negativa, produce un cambiamento significativo nelle esperienze che in passato generavano ansia.

Qualora torni un attacco di panico, è fondamentale sapere che si tratta di una ricaduta e come tale non è necessariamente destinato a ripetersi. Al contrario, analizzare le ragioni per cui si è verificata la ricaduta aiuta a comprendere meglio la natura del panico e le strategie utili a fare in modo che non sorga nuovamente.

Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una terapia del panico può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.
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