Le abbuffate
Il disturbo da alimentazione incontrollata (in inglese BED, Binge Eating Disorder) si manifesta attraverso frequenti episodi di abbuffata ai quali non si legano condotte di eliminazione. L’abbuffata e’ l’ingestione in un arco di tempo ristretto di una quantità di cibo abbondantemente superiore alla norma; i tratti fondamentali di questo comportamento alimentare sono la rapidità con cui il cibo viene mangiato, la percezione di perdere il controllo e di non riuscire a fermarsi una volta iniziato a mangiare, la presenza solo parziale e in molti casi l’assenza di una reale sensazione di fame, l’impossibilità di percepire il gusto degli alimenti specie quando questi si mischiano tra loro in grandi quantità, la tendenza a ingerire cibo di nascosto per non essere visti dagli altri e il disagio emotivo profondo – senso di colpa, disgusto, autosvalutazione – che accompagna e segue l’abbuffata.
Emozioni e cibo
Il cibo può essere un potente strumento di gestione delle emozioni negative. Sarà forse accaduto a molti di sentirsi nervosi e di riuscire a placare quello stato d’animo mangiando qualcosa di gustoso: il disturbo da alimentazione incontrollata e’ la ripetizione estrema e sistematica di tale processo. Quando il soggetto si sente ansioso, triste, sfiduciato, preoccupato, ricorre al cibo per anestetizzare quell’emozione; la solitudine, un’immagine di sé gravemente svalutata, l’assenza di un progetto di vita soddisfacente nel quale riconoscere il proprio futuro sono fattori che favoriscono sensibilmente l’insorgenza di un disturbo da alimentazione incontrollata. Altri processi mentali coinvolti sono il rimuginio sugli eventi futuri, la ruminazione malinconica riguardo a situazioni del passato e una rappresentazione fortemente negativa del contesto presente. Il disturbo da alimentazione incontrollata pregiudica la qualità delle relazioni poiché danneggia non solo l’aspetto esteriore dell’individuo ma soprattutto la sua percezione di sé; si creano perciò cicli interpersonali problematici nei quali la previsione di essere rifiutati dagli altri viene confermata in seguito alla messa in atto di comportamenti come l’evitamento e il ritiro. Ogni volta che la persona sente di essere respinta attribuisce questa dinamica alle proprie caratteristiche peculiari e il suo senso di indegnità, di non amabilità si alimenta. E’ bene ricordare però che l’autosvalutazione non e’ una conseguenza bensì una causa del disturbo: il comportamento alimentare disregolato provoca in molti casi un aumento di peso ma la rappresentazione negativa che la persona ha costruito in merito al proprio corpo e alla possibilità di essere accettata dagli altri e’ l’elemento fondante da cui si originano le abbuffate.
Terapia delle abbuffate
La psicoterapia cognitivo-comportamentale del disturbo da alimentazione incontrollata agisce su due fronti: da un lato la gestione concreta delle abbuffate, dall’altro la costruzione di un’identità personale più soddisfacente che renda possibile fronteggiare le emozioni negative. Il paziente compila un diario alimentare che serve a monitorare quali sono le situazioni e le modalità più ricorrenti nella comparsa del comportamento alimentare problematico, e insieme al terapeuta elabora strategie alternative con cui superare i momenti di difficoltà emotiva. Come avviene in altre aree di intervento della terapia cognitivo-comportamentale, e’ necessario interrompere i circoli viziosi che si instaurano a partire da un comportamento disfunzionale: l’abbuffata genera un sentimento di rabbia, tristezza e autosvalutazione che predispone ad un nuovo episodio critico rafforzando la percezione di indegnità, mentre la possibilità di tollerare emozioni spiacevoli in modo diverso, ad esempio svolgendo attività fisica, pone le basi per lavorare in terapia ad un livello più profondo senza regredire allo stato d’animo penoso che l’abbuffata porta con sé. La terapia del disturbo da alimentazione incontrollata permette al paziente di sperimentare un senso di efficacia e di amabilità attraverso il quale modificare il proprio modo di relazionarsi con gli altri: gli aspetti negativi dell’esperienza si possono affrontare, ridefinire e non compromettono l’identità personale né la capacità di dare forma a progetti di vita gratificanti.
Chi volesse ricevere maggiori informazioni per intraprendere una terapia dell’alimentazione incontrollata può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.
Dott. Gianluca Frazzoni
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